La primavera al tempo del COVID 19
È tempo di fioriture; è tempo di mettere al riparo i germogli dalle intemperie dei prossimi mesi.
Arriverà anche il tempo del raccolto.
Le innumerevoli voci degli agricoltori italiani si levano!
Abbiamo urgenza di manodopera – dicono, lo Stato deve provvedere a consentire l’immigrazione dai paesi nord africani ed est europei.
Fra le tante voci, poi, sento quelle di chi è già in Italia (italiano di nascita o no, che è uguale) ed ha fame e non ha un lavoro e non ha una casa ed è disperato – non da mo’.
Ma davvero? mi domando.
Un tempo mi sarei data della scema, perché illusa che nelle vene degli esseri umani scorra sangue, e che al cervello arrivi ossigeno.
Ora invece mi è chiaro che il bisogno/piacere di sfruttare e sottopagare la povera gente è più forte di qualunque virus. Ahinoi.
La primavera al tempo del COVID 19 non è tanto diversa dalle altre.
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