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Giufà [..]

AMICI. è così che inizia la fiaba di Giufà nel libro che raccoglie le più belle Fiabe classiche ricevuto in dono da Samuel per il suo secondo compleanno.

Ammetto la mia ignoranza totale.Non conosco assolutamente questo personaggio fiabesco. Con il massimo dell’entusiasmo inizio la mia lettura.

Giufà è un giovanotto che lavora come garzone 🙂 presso un’osteria. Un giorno il padrone gli ordina di recarsi in spiaggia e lavare un recipiente[mi pare assurdo dover andare al mare per pulire una stoviglia..ma tant è!]. Mentre si trova sulla riva,Giufà avvista una barca con dei pescatori e comincia a gridare:”venite qua,venite qua”. Pian piano la barca risale le acque e una volta a riva il Capitano chiede:”Chè succede?”. Giufà risponde a sua volta con una domanda:”Sig. Capitano, è lavato bene il recipiente?”. Il Capitano avendo interrotto la battuta di pesca,pensando che Giufà avesse da comunicargli qualcosa di urgente,seccato lo rimprovera e gli spiega che ha inutilmente interrotto le loro fatiche:”non ci si deve far beffa di chi lavora Giufà!”. [in realtà, la storia continua in tutt altro modo]. 

io, resto di stucco. e, garantisco NON E’ UN BARBATRUCCO.

Il Capitano inizia a maledire e riempire di botte Giufà [ma non per modo di dire(guardare per credere)]. la storia prosegue così. chiunque incontri Giufà, lo insulta e lo malmena.

Esco per un attimo dal mio corpo di mamma e ammetto l’ingenuità di questo tizio. Nonostante ciò, proprio non riesco a capire cosa ci faccia una roba del genere in questo libro.

qual è la morale? che messaggio dovrebbe arrivare al lettore?

chi è quel pazzo che darebbe la Buona Notte al suo bambino dicendogli: ‘sogni d’oro amore mio, ora ti leggo le avventure di Giufà’..e vedi di dormire!!!?!? 🙁

 

 

[notizia di cronaca: all’alba i vicini di casa di[..] trovano l’intera famiglia sterminata a randellate. unico superstite il minore che, affacciato alla finestra che guarda la luna]

 

 

 

Il Venerdì del Libro e La Biblioteca di Filippo[condividiamo un Libro]

questa è la copertina del libro dal quale ho estratto “la fiaba” in questione[GIUNTI KIDS]

[dura da credere eh!]

11 commenti

    • Danila

      garantisco!ho fotografato le pagine…con i miei appunti per renderlo più reale anche a me!!
      fra l’altro,per toglirmi lo sfizio,l’ho cercato su google e con mia somma sorpresa,ho scoperto che nel nostro libro c’è solo un episodio delle mille avventure di questo sfigatissimo garzone! 🙁

  • Paola HMM

    Mi hai fatto trooooppo ridere. Soprattutto l’immagine finale!!
    Anche noi abbiamo questa fiaba, ma io non l’ho mai letta a PF. Mi sono rifiutata :-S

    La morale? non saprei! Potrebbe essere: fai bene il tuo lavoro e non ti curare di chi “rema contro”, ma qui piu’ che remare contro, i remi glieli danno contro 😉
    Da noi il racconto finisce con questa frase: ”Povero Giufà, sopporta con rassegnazione perchè degli altri si perderà la memoria, di te no”. Semplicemente inquietante!!!

    Baci
    Paola

    • Danila

      Ciao Paola
      inquietante è dire poco!
      avrebbero almeno potuto inserire un bollino giallo,in copertina o nell’indice 🙂
      fortuna che si trova il modo per riderci sù!!

      • Ivan

        Giufà? ha un nome in odor d’imprecazione… Forse lo menano per quello… per motivi religiosi. Oppure è la parodia dell’italiano medio, che lavora di più e peggio di tutti gli altri in europa e lo randellano sul lavoro ma anche di tasse. Mi sembra evidente che sia un libro consigliato direttamente dal telefono azzurro, serve per preparare il terreno all’italiano di poi. rallegriamoci Ziofà… Ah no! Giufà!

        • Danila

          benvenuto Ivan! 🙂
          ho pensato anche io all’associazione poco felice del nome..
          [tieni presente che l’italiano medio, quando s’incazza è capace di tutto!!]
          la saga di questo tizio risale alla metà dell’800. si narra che sia riuscito a scappare alla morte innumerevoli volte..tanto chè stia ancora girovagando per il mondo![ahi ahi]

          • Ivan

            Giufà che storia… ma erano altri tempi. altro che telefono azzurro…
            Nelle scuole l’educazione permeava attraverso le mani e spinta da bacchette, (soltanto ai tempi di mio padre) pensa che cos’era l’educazione dell’ottocento (Giufà). un esempio di stoicità.. le becchi da tutti in tutti i modi in tutte le posizioni ma resti sempre dritto! (Giùfà, che storie!)

          • Danila

            E’ altrettanto vero però, che a quei tempi chi aveva il compito di educare era rispettato[per merito o per forza!!].
            Oggi, se non entri in classe con un IPHONE e non prendi per il culo un insegnante buttandolo su YOUTUBE, sei soggetto a stalking!
            Non sò, forse l’ideale sarebbe riuscire a mediare.. tipo:mazz ‘e panell

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