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passeggiando #5
E’ arrivato il pettirosso -dicono – il freddo è vicino. Mi vesto di zelo e ripercorro sentieri battuti. Le finestre, ormai chiuse, custodiscono energia e bollito. L’aria sul viso è fredda e umida, narici e polmoni l’ avvertono calda e pesante. Il cielo con la sua tavolozza di colori indisciplinati mi rapisce, è il passaggio di testimone fra sole e luna ed anche la linea d’orizzonte, commossa, scompare. Col naso all’insù la marcia continua.
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passeggiando #4
Non ho fretta. Non inseguo più la luce – il buio non esiste per davvero. A sorpresa rincontro l’anziana signora, si stava alzando dalla panca sempre sostenuta dal grosso ombrello. Mi è sembrata più curva ma non arrendevole. Del suo amore –clandestino- nessuna traccia. Il suo sguardo fulgido mi fa galleggiare.
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passeggiando #3
Le giornate si stanno accorciando e l’aria s’è fatta umida e fresca. A tenermi compagnia, talvolta, c’è una cicala chiaccherina. I viali si coprono di foglie secche e lumache sgusciate. Il passo è accelerato perchè “fa buio presto ora”. Inseguendo la luce ho perso di vista i due anziani e il loro amore clandestino. La tavolata del 49 s’è trasferita al coperto ma dalle finestre – ancora aperte – il giubilo è manifesto, come il profumo di pollo arrostito.
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passeggiando #2
Stasera niente polpette nè parmigiana: l’odore nell’aria è agrodolce. Al civico 49 la tavola è ancora imbandita. La luce è soffusa e
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quando
Quando il buio ti sfiora, accendi la musica canta balla suona disegna. Liberati insomma, spostati e lascia andare!
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passeggiando ..
Della camminata di questa sera ricorderò sicuramente la pioggia che risciacqua i pensieri, il profumo di polpette al civico 24 e quello di
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Cogito ergo sum
Dicono che la mente non riposi mai: quando il corpo dorme il pensiero diventa sogno. A volte – quando mi fermo – raccolgo l’ultimo pensiero, lo guardo come non fosse mio e
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c’era una volta
“voglio vivere una favola”. Il fatto è, che
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riflessioni di una quasi quarantenne
Non festeggio il compleanno da quando mia mamma non mi fa più la torta -ed anche prima non è che la cosa mi entusiasmasse granchè! Mi piaceva la torta, e vedere la felicità nei suoi occhi quando mi avventavo col coltellaccio sul capolavoro culinario: un pan di spagna farcito amorevolmente di crema pasticcera ed alchermes, talvolta decorato con panna montata fresca e zuccherini colorati. Non sono ancorata alla giovinezza a tutti i costi: un viso maturo racconta molto- è più di una biografia scritta ad arte – inoltre,
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qui e ora. e poi?
Temo che il precariato si stia diffondendo stile macchia d’olio infettando neuroni e coronarie del creato, in particolare nell’essere umano. La lungimiranza è defunta. Seppellita, dimenticata. Speranza e prospettiva? Buon senso, Educazione, Rispetto?